UN TESTIMONE SILENZIOSO

 

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OGGI7 23 agosto 2020 Un testimone silenzioso. Pag. 4

 

OGGI7 23 agosto 2020 Un testimone silenzioso CORONAVIRUS \ Da semplice ambulatorio medico a sede torinese della Foundation del dottor Lorenzo Bracco: Surfactanti, nutrizione e stile di vita tra le armi per combattere anoressia e Covid-19. Scienza, non “fake news”

Dario Voltolini

 

lorenzobraccofoundation@gmail.com

 

L’ambulatorio medico del Dottor Lorenzo Bracco (nella foto) era nato in modo del tutto incredibile. Sul finire del 1978 la madre di Bracco incontrò una delle amiche di suo figlio. Questa amica, molto più grande di lui, persona in carriera, aveva grandi responsabilità nel Consolato Americano, con sede in città, di cui era contabile. Si erano conosciuti anni prima, quando Bracco seguiva attivamente l’Associazione Pro Natura, e si erano molto frequentati nell’ultimo periodo degli studi di medicina di Bracco, in particolare l’ultimo anno, perché, frequentando al mattino le cliniche e al pomeriggio studiando come un pazzo, gli faceva molto piacere, dopo le cinque e mezza del pomeriggio, fare quattro passi e due chiacchiere rilassanti con lei. Quando passava Bracco nel suo ufficio gli capitava sovente di incontrare il Console. Era un espansivo americano d’altri tempi, bianco di capelli e dal fisico che si sarebbe detto aver fatto calcio americano in gioventù, che con il suo esplosivo “How are you?” era proprio come il giovane Bracco si era sempre immaginato un americano simpatico.

Era entusiasta del suo essere americano e poco si rassegnava ai tempi che l’Italia stava attraversando, fresca dei moti del 68 e delle contestazioni alla guerra in Vietnam e in pieni “anni di piombo”, il piombo delle Brigate Rosse. Ogni volta che vi era una manifestazione, quel tipo di eventi a cui partecipano il Sindaco, il Prefetto, il Questore e tutte le Autorità che contano della città, a cui naturalmente era invitato anche lui, tutto felice diceva “Andiamo in macchina, con le bandierine?” Chiaramente sarebbero andati in macchina, ma si trattava di agghindarla con le due bandierine USA che avrebbero sventolato sopra i parafanghi, oppure andare, sempre con quella bella macchina americana nera di rappresentanza, ma in modo più discreto, quasi anonimo, senza le bandierine che sono il chiaro simbolo di un’autorità USA in veste ufficiale. Al che l’autista, factotum del Consolato, diceva “Le bandierine no!”, con aria sconsolata. Con le bandierine vi era sempre il rischio di ricevere da mano ignota qualcosa sul parabrezza, chessò, un pomodoro, una lattina di birra vuota, per non pensare a cose peggiori. A Bracco questo americano con il suo entusiasmo stava molto simpatico e la cosa era presumibilmente reciproca vista la simpatia con cui anche lui lo apostrofava quando si incrociavano.

Quando invece Bracco tardava perché doveva finire di studiare, era la sua amica che passava a prenderlo a casa, dove nell’attesa si attardava a fare due chiacchiere con suo padre Cesare, per il quale aveva particolare simpatia.

Quel giorno sua madre incontrò l’amica in questione per strada e scoppiando a piangere l’abbracciò. L’amica, molto preoccupata, le chiese quale tragedia stesse capitando. “Lorenzo, essendosi laureato in medicina ha dato e superato l’Esame di Stato!” Lei a prima vista non capì perché la madre vivesse come una tragedia una cosa di per sé bella e disse “Ma è fantastico signora, fa tutto parte di una bella storia, suo figlio, appena ventenne, si è dedicato all’ecologia, poi si è laureato in filosofia con 110 e lode col prof. Gallino, colui che introdusse la sociologia in Italia, è stato consigliere di Pro Natura, ove a seguito della famosa ‘mozione Bracco’ fu messo a dimora l’enorme bosco dedicato a Ugo Campagna su una brulla montagna nel parco dell’Orsiera-Rocciavrè, ha fatto conferenze per l’AIED, ha partecipato al Congresso ONU 1974 a Bucarest, al ritorno ha studiato furiosamente Medicina e si è laureato con 110 e lode, ora ha superato brillantemente l’Esame di Stato, e lei piange?”, “Il fatto è che già mio padre, pittore di fama, aveva il suo atelier in casa, ove riceveva i clienti per i ritratti, poi mio marito ha avuto da sempre lo studio da commercialista in casa e ora, che sta praticamente andando in pensione, nel destino delle cose sento arrivare lo studio medico di Lorenzo in casa e io di avere uno studio in casa mia non ne posso più: rumore, gente, nessuna intimità!”

Il punto di vista era del tutto comprensibile e di lì a pochi mesi, una volta che passava da casa loro, l’amica di Lorenzo disse a lui e a suo padre di aver trovato i locali idonei per lo studio medico. Si era liberato un piccolo appartamento, pronto per essere affittato, al piano terra della casa in cui lei abitava in corso Marconi, bella casa e indirizzo di prestigio perché all’epoca la FIAT aveva la sede direzionale proprio in corso Marconi e quando si parlava della FIAT i media dicevano “Corso Marconi ha deciso” come sinonimo di “La Direzione FIAT ha deciso”, né più né meno come a Parigi si dice “L’Eliseo ha deciso”, per dire “La Presidenza della Repubblica ha deciso”.

Lorenzo e suo padre andarono a vedere l’appartamento. Il padre, che quanto a immobiliare se ne intendeva, lo trovò bellissimo, proprio giusto con i suoi 35 metri quadri appena ristrutturati, prospiciente il Parco del Valentino, con vista sul Castello del Valentino, la cui elegante immagine è dovuta al rifacimento della seconda metà del Seicento per volere di Madama Reale Maria Cristina.

Questo studio accompagna da oltre quarant’anni la vita di Lorenzo Bracco. Vide il suo dedicarsi a un concetto di medicina naturale in cui grande importanza hanno la nutrizione e lo stile di vita, vide i suoi successi di specialista in Fisiatria integrati dagli studi di Médecine Orthopédique et Thérapeutiques Manuelles compiuti a Parigi con il Professor Robert Maigne e vide però anche l’improvvisa e drammatica interruzione causata la notte dell’11 settembre 1985 dalla violentissima aggressione con rapina subita da Bracco. Bracco riportò una lesione discale cervicale, una lombare e lo sbriciolamento della grande ala dello sfenoide che necessitò di un trapianto d’osso e di dura madre di banca, avvenuto in sette ore di intervento nel cranio, in un noto ospedale universitario svizzero. Vide tre anni di chiusura per la convalescenza di Bracco, che furono da lui utilizzati per studiare a Parigi “Clinica e Epidemiologia della Medicina Tropicale” e per dedicarsi a Roma a studi teologico-filosofici e poi il tentativo reiterato di riprendere il lavoro fino ad arrivare alla consapevolezza che, se non si cura il PTSD – Post Traumatic Stress Disorder, cioè Disturbo da stress post-traumatico – non se ne esce.

Bracco ha vissuto da solo quello che hanno vissuto molti veterani della guerra nel Vietnam tornati negli USA, ognuno a casa propria. Per di più Bracco non poteva nemmeno avere l’idea che come lui da qualche parte c’erano altre persone che avevano subito un trauma analogo al suo e che con la forza della disperazione stavano cercando di gestirne le conseguenze. Il paradosso è che, fino all’evento drammatico della guerra in Vietnam, le conseguenze di una violenza collettiva sono state percepite come un dato immodificabile. E questo spiega come non furono considerate come possibili oggetti di terapia post-traumatica e studiate come tali le conseguenze che ciascun sopravvissuto si portava dietro a seguito di guerre terrificanti che avevano investito interi Paesi, come la Grande Guerra, la Seconda Guerra mondiale, o tentativi di sterminio che hanno investito interi popoli.

Ogni reduce del Vietnam, al suo ritorno negli Stati Uniti, isolato dagli altri reduci, si è trovato immerso in una società apparentemente spensierata, felice e consumista: stridente era il contrasto con lui che non riusciva a essere spensierato e felice. Nella ripetitività dei sintomi, che presentava ciascuno dei veterani vittima di traumi analoghi, poco alla volta si arrivò alla comprensione che si trattava di sindromi post-traumatiche e alla conseguente messa a punto di protocolli di terapia del PTSD. Così, in modo analogo ai veterani, Bracco cominciò a manifestare, a partire dal 1985, quello che oggi sappiamo riconoscere come un PTSD.

Senza sapere cosa stesse accadendo negli USA, in modo del tutto personale, quasi a tentoni, Bracco iniziò un cammino di terapia sulla sua sindrome post-traumatica. Dalla sua esperienza precedente il 1985 di analisi freudiana classica, passò a sperimentare su di sé un numero incredibile di terapie alla ricerca di quelle che avessero una valenza terapeutica su quello che col senno di poi può essere chiamato PTSD. Su queste si è concentrata la sua attenzione e la sua pratica sia come paziente sia, successivamente, come terapista.

Molto si dedicò alla Gestalt, sia con terapisti americani, quali Paul Rebillot, sia frequentando con molta assiduità la Scuola Gestaltica di Parigi (EPG École Parisienne de Gestalt) di cui divenne Terapeuta Internazionale, titolo che gli valse le iscrizioni alla Fédération Française de Psychothérapie et Psychanalyse (FF2P, Paris) e alla European Association for Psychotherapy (EAP, Vienna). Anche l’Ordine dei Medici di cui era membro da oltre vent’anni gli riconobbe il titolo di Psicoterapeuta in Italia. Fece esperienza su di sé con il prof. Giorgio Nardone della Terapia Breve Strategica – messa a punto da Nardone stesso e Paul Watzlawick – in cui conseguì anche il Master biennale. Nella sua ricerca incrociò, nel 2003, la Somatic Experiencing, potente metodo di lavoro psico-fisiologico sviluppato inizialmente negli USA dal dr. Peter Levine per il trattamento e la prevenzione dei traumi e di cui è diventato Practitioner. Nel 2007 conobbe, sia come docente che come proprio terapista, il dr. Laurence Heller, statunitense, ideatore del modello NARM (NeuroAffective Relational Model) in cui la guarigione dei traumi complessi è veicolo di trasformazione personale e sociale.

Del NARM divenne Practitioner e con il dr. Heller sviluppò un rapporto sia di stima professionale che di amicizia. Negli ultimi anni ha fatto esperienza di EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) la cui fondatrice, Francine Shapiro, nel lasciare “il passato nel passato” permette di non essere prigionieri del passato, che è stato una lezione e non una condanna. Con la terapia dell’EMDR è possibile affrontare ricordi non elaborati che possono dare origine a disfunzioni di vario tipo.

A Bracco si aprirono spazi di consapevolezza, prima a lui ignoti, sulla psicoterapia e sulla terapia del trauma e questa consapevolezza investì sia le sue ricerche sulla condizione biologica presente nell’anoressia adolescenziale femminile, iniziate nel 1995, sia i suoi studi precedenti in ambito ecologico permettendogli di strutturare un’alimentazione e uno stile di vita congrui con l’essere umano e il momento presente che ha chiamato “DNE Dieta della Nicchia Ecologica®” (“Ecological Niche DietTM”).

A questo punto della storia inizia l’amicizia con Dario Voltolini, laureato in Filosofia, con una tesi in Filosofia del linguaggio, scrittore che ha pubblicato con Einaudi, Feltrinelli, Bollati Boringhieri, solo per citarne alcuni, giornalista de “La Stampa” e di altre testate. Per tre anni consecutivi tre suoi libri sono stati presentati al Premio Strega. Ha lavorato presso lo “Speech & Language lab.” dell’Olivetti, centro studi sulla sintesi vocale e sul riconoscimento del parlato. È stato tra i fondatori del blog letterario “Nazione Indiana” che aveva come scopo la promozione letteraria. Con altri scrittori ha fondato la rivista “Il Primo Amore” e l’omonimo blog. È stato docente e direttore della “Scuola Holden Storytelling and Performing Arts”, scuola di scrittura, cinema, sceneggiatura e altro, fondata da Alessandro Baricco.

Dario Voltolini e Lorenzo Bracco, dopo aver creato i siti web www.dietanicchiaecologica.com e www.ecologicalnichediet.com, nel 2015 compiono un viaggio negli USA, che è stato raccontato con articoli su OGGI7, per presentare – invitati dagli Istituti Italiani di Cultura di Chicago e di Los Angeles – la teoria di Bracco sull’anoressia adolescenziale femminile il cui libro sull’argomento in Italia aveva vinto il Premio Cesare Pavese.

Dario sostiene che non vi può essere ricerca scientifica se non sostenuta da una corretta divulgazione e informazione, basti pensare al peso che le “fake news” hanno avuto, hanno e avranno, riguardo all’infezione da Covid-19.

Fra i due, Lorenzo Bracco e Dario Voltolini, nasce e si concretizza l’idea dell’opportunità di aprire una fondazione basata sull’imprescindibile connubio fra ricerca e informazione, la “Lorenzo Bracco Foundation”, la cui missione è studiare, prevenire e curare anoressia, autismo, altri disturbi e nuove emergenze sanitarie.

La Fondazione, grazie alla sua agilità e alla chiarezza della comunicazione, ha avuto grande consenso con lo studio sul Surfactant polmonare nella cura del Covid-19, pubblicato su una rivista scientifica di lingua inglese, fatto in contemporanea, ma senza sapere l’uno dell’altro, con quello del dr. Philip Murphy. Questo studio di Bracco, i cui risultati sono stati oggetto di un articolo per il grande pubblico su OGGI7, ha ricevuto un positivo apprezzamento anche da parte dell’Istituto Superiore di Sanità italiano (ISS). Ha avuto altrettanto consenso lo studio su pertosse e Covid-19, il cui resoconto è ugualmente comparso su OGGI7, corroborato anche dal fatto che fu riscontrato un caso di pertosse nella base americana di Yokota in Giappone. Tutta questa energia della “Lorenzo Bracco Foundation” è di buon auspicio per l’attraversamento dell’emergenza sanitaria presente. Lo studio medico di Corso Marconi 37 a Torino, testimone silenzioso della vita professionale del Dottor Bracco, è ora sede della “Lorenzo Bracco Foundation” (www.lorenzobraccofoundation.com).