AUTISMO, GRUPPI SANGUIGNI E VACCINI

 

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AUTISMO, GRUPPI SANGUIGNI E VACCINI

Bracco Lorenzo*

Medico Chirurgo, specialista in medicina fisica e riabilitazione, psicoterapeuta

Autism, Blood Types and Vaccines

Research Article ISSN 2639-944X

Journal of Medical – Clinical Research & Reviews

Received: 30 October 2019; Accepted: 18 November 2019

Citation: Bracco Lorenzo. Autism, Blood Types and Vaccines. J Med – Clin Res & Rev. 2019; 3(6): 1-3.

*Contatti: Dott. Lorenzo Bracco, Lorenzo Bracco Foundation, Corso Marconi 37, 10125 Torino, Italia, Tel: +39 011 6688992 Cell. +39 3331632321

email: lorenzobraccofoundation@gmail.com

 

ABSTRACT

 

La mia teoria sull’autismo è che la causa è un contatto di sangue tra madre e figlio durante la gravidanza e/o la nascita nel caso che i due abbiano tra loro un diverso gruppo sanguigno (0, A, B, AB) e il sangue della madre sia incompatibile con quello del bambino.

Ho trovato questa differenza di gruppo sanguigno in tutti i 12 casi di autismo che ho osservato. L’allarme causato al corpo da un contatto di sangue incompatibile attiva il sistema nervoso centrale e se questo allarme si verificava nella fase in cui il cervello stava maturando (durante la vita fetale e/o la prima infanzia), non solo le sinapsi diventano più attive, ma aumentano anche di numero. Un numero maggiore di sinapsi molto attive offre una maggiore capacità intellettuale, ma rende il sistema meno resiliente con tendenza al panico. L’attivazione potrebbe essere stata così grave che il bambino è già nato autistico o potrebbe esserci un’attivazione immunitaria dopo la nascita. Questa attivazione, che deve essere evitata il più possibile, può essere causata da: antigeni alimentari – tracce di glutine (Prof. Alessio Fasano), latte di vacca, tutti i cibi potenzialmente allergenici – antigeni ambientali, antigeni di una malattia infettiva, tracce del gruppo sanguigno incompatibile A o B nel latte durante l’allattamento del neonato. In questi casi, anche le vaccinazioni – che costituiscono un’attivazione immunitaria – dovrebbero essere fatte solo se necessario per il paziente, non per l’immunità di gregge, e ritardate il più possibile per consentire al sistema nervoso del bambino di raggiungere una maggiore maturità. Inoltre vi sarebbe un ulteriore rischio di vaccinazione se il gruppo sanguigno del feto e della madre, da cui sono state prelevate le cellule per la coltura del virus da cui ricavare il vaccino, fossero A o B o AB. Penso che per ottenere vaccini più sicuri, la “conditio sine qua non” è che la madre e il feto da cui derivano queste cellule siano entrambi di gruppi sanguigni 0, Rh-.

 

Keywords

Asperger, Autismo, Incompatibilità dei gruppi sanguigni, Gruppi sanguigni, Vaccini contro patogeni virali.

 

Introduzione

Dello spettro autistico – la cui struttura nosografica è in piena evoluzione [1] – questo studio riguarda solo quei casi in cui siano presenti i classici segni clinici della sindrome autistica e siano assenti malformazioni e caratteristiche dismorfiche [2-9]. Questo studio non riguarda i casi derivanti da infezioni contratte dalla donna durante la gravidanza (come rosolia o citomegalovirus) e i casi derivanti dall’esposizione prenatale ad agenti teratogeni (come talidomide o acido valproico antiepilettico).

L’autismo, secondo la mia teoria, può aver luogo quando madre e figlio sono tra loro di diverso gruppo sanguigno (0, A, B, AB), quando il sangue della madre è incompatibile con quello del bambino e, in aggiunta a questo, sia avvenuto durante la gravidanza e/o la nascita un contatto di sangue tra i due, non necessariamente rilevato clinicamente.

Ho trovato questa differenza di gruppo sanguigno, senza eccezioni, in tutti i 12 casi di autismo che ho osservato.

In caso di contatto di sangue tra madre e figlio durante la gravidanza e/o il parto, non vi è problema se i due sono dello stesso gruppo sanguigno – e in molti casi lo sono -.

Vediamo ora cosa succede in caso di contatto di sangue tra madre e figlio di diverso gruppo sanguigno:

  1. Madre con sangue di gruppo A e figlio B o madre B e figlio A. È il caso peggiore per l’assoluta incompatibilità del sangue per entrambi: il gruppo sanguigno A è incompatibile con B, il gruppo sanguigno B è incompatibile con A. In caso di contatto di sangue, entrambi vivono un allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo causato dal contatto di sangue incompatibile. Non sorprende che il rapporto tra i due sia gravato da un reciproco allarme e un rifiuto mascherato. Inoltre, il sistema immunitario del feto non è solo allarmato dall’introduzione di un antigene esogeno, ma essendo il suo sistema immunitario ancora in fase di maturazione è disturbato e confuso dall’antigene esogeno. È probabile che il bambino, anche dopo la nascita, abbia un sistema immunitario fragile che può essere facilmente disturbato e facilmente allarmato.
  2. Madre con sangue di gruppo A o B e figlio 0. In caso di contatto tra i due gruppi sanguigni, la persona che è in pericolo è il bambino, poiché il gruppo sanguigno 0 è un donatore universale, ma può ricevere solo da 0. Il bambino 0 per la madre non è un problema. È il bambino che vive l’allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo perché entrambi i gruppi sanguigni A e B sono incompatibili con il gruppo 0 del bambino. Non sorprende che il bambino abbia una relazione di allarme e rifiuto mascherato con sua madre. Inoltre, il sistema immunitario del bambino non è solo allarmato dall’introduzione di un antigene esogeno, ma essendo il suo sistema immunitario ancora in fase di maturazione è disturbato e confuso dall’antigene esogeno. È probabile che il bambino, anche dopo la nascita, abbia un sistema immunitario fragile che può essere facilmente disturbato e facilmente allarmato.
  3. Madre con gruppo sanguigno AB e figlio A o B. In caso di contatto tra i due gruppi sanguigni, la persona che è in pericolo è il bambino perché ha solo uno dei due gruppi sanguigni che la madre possiede. Il bambino A o B per la madre AB non è un problema. È il bambino che vive l’allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo. Non sorprende che il bambino abbia una relazione di allarme e rifiuto mascherato con sua madre. Inoltre, il sistema immunitario del bambino non è solo allarmato dall’introduzione di un antigene esogeno, ma siccome il sistema immunitario è ancora in fase di maturazione resta disturbato e confuso dall’antigene esogeno. È probabile che il bambino, anche dopo la nascita, abbia un sistema immunitario fragile che può essere facilmente disturbato e facilmente allarmato.
  4. Madre con gruppo sanguigno 0 e figlio A o B. I gruppi sanguigni A o B sono incompatibili con il gruppo sanguigno 0 (il gruppo sanguigno 0, il cosiddetto “donatore universale”, può infatti donare ad altri gruppi sanguigni ma non ricevere da loro), quindi, in caso di contatto tra i due gruppi sanguigni, è la madre 0 che vive un allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo causato all’organismo dall’incompatibile contatto con il sangue e non dal bambino che non ha particolari effetti immunitari dell’evento. La madre si sente allarmata e in pericolo e di conseguenza avrebbe un rifiuto allarmato e mascherato verso il figlio.
  5. Madre con sangue di gruppo A o B e bambino AB. In caso di contatto tra i due gruppi sanguigni, la persona in pericolo è la madre perché ha solo uno dei due gruppi sanguigni del bambino. La madre A o B per il bambino AB non è un problema. In caso di contatto tra i due gruppi sanguigni, è la madre che vive un allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo e non il bambino che non ha particolari effetti immunitari dall’evento. La madre si sente allarmata e in pericolo e di conseguenza avrebbe un rifiuto allarmato e mascherato verso il figlio.

Tutti i 12 casi clinici di autismo da me analizzati rientrano nei punti 1) 2) 3), compresi quelli con la sindrome di Asperger (disturbo pervasivo dello sviluppo, incluso tra i disturbi dello spettro autistico che, senza causare né ritardo nell’acquisizione di abilità linguistiche né disabilità intellettive, è comunemente considerato un disturbo dello spettro autistico ad “alto funzionamento”).

L’allarme immunologico, neurovegetativo, fisiologico ed emotivo causato al corpo da un contatto sanguigno incompatibile è così attivo che attiva anche il sistema nervoso centrale. Le sinapsi (dal greco σύν “con” e ἅπτειν “toccare”, significa “connettersi”) sono ciò che consente la comunicazione delle cellule nervose (neuroni) tra loro e anche con altre cellule. Attraverso la comunicazione sinaptica, l’impulso nervoso viaggia da un neurone all’altro. In caso di forte allarme, ovvero un trauma [10-14], anche immunologico, le sinapsi diventano molto più attive. Se, inoltre, questo grande allarme si è verificato nella fase in cui il cervello stava maturando (durante la vita fetale e la prima infanzia), non solo le sinapsi diventano più attive, ma aumentano anche di numero. Un maggior numero di sinapsi, e ognuna più attiva, conferisce a questa persona una maggiore capacità intellettuale, particolarmente evidente in campi particolari, come matematica, giochi di carte, ecc… Ma questo rende anche il sistema meno resiliente perché l’attivazione di tutti queste sinapsi porta facilmente a un livello di allarme non più gestibile dal soggetto, con un’estrema tendenza al panico. È il caso dell’autistico: può avere, se coltivato, incredibili capacità date dall’aumento del numero di sinapsi ma, proprio a causa di questo gran numero di sinapsi, ha una grande tendenza al panico. Tende quindi a ritirarsi dai contatti sociali nel tentativo di contenere l’iperattivazione delle sinapsi che le relazioni sociali gli indurrebbero e che, di conseguenza, lo porterebbero al panico.

Torniamo all’aspetto immunitario. Secondo la mia teoria, tutto sarebbe stato causato dalla tempesta immunitaria avvenuta nel bambino dopo l’ingresso dell’antigene sanguigno (A o B) della madre nel suo corpo durante la gestazione e/o la nascita. Pertanto questo bambino ha un sistema immunitario altamente attivato che con un nuovo stimolo immunologico può rispondere in modo anomalo, anche con un’elevata attivazione delle cellule cerebrali.

Proviamo a spiegare un po’ meglio la mia teoria. L’attivazione immunitaria potrebbe essere stata così grave, durante la vita e/o la nascita del feto, da causare un aumento così significativo del numero e dell’attivazione delle sinapsi cerebrali che il bambino è già nato autistico. Oppure potrebbe esserci un’attivazione immunitaria, in un momento dopo la nascita, che diventa la goccia che fa traboccare il vaso.

In ogni caso, l’attivazione immunitaria può peggiorare la situazione clinica. Questa attivazione, che deve essere evitata il più possibile, può essere causata da:

  • antigeni alimentari, es. tracce di glutine, latte di vacca, tutti alimenti potenzialmente allergenici (Prof. Alessio Fasano) [15-17];
  • antigeni ambientali, ecc.;
  • antigeni di un patogeno da malattia infettiva;
  • assumendo tracce del gruppo sanguigno A o B durante l’allattamento con latte materno o altra donna che presenta un gruppo sanguigno incompatibile per il bambino.

A questo punto del discorso entriamo in una terra che oggi appare un campo minato, in cui dobbiamo stare molto attenti a rimanere nell’ambito di una ricerca scientifica per non essere trascinati da una parte o dall’altra in una guerra: stiamo parlando dei vaccini.

Molto è stato detto, anche con toni brucianti, di autismo e vaccini ed è mia intenzione evitare di buttare benzina sul fuoco.

Secondo la mia teoria, sarebbe prudente evitare il più possibile qualsiasi attivazione immunitaria se si sospetta che durante la gravidanza e/o la nascita si sia verificato un contatto sanguigno tra madre e figlio nel caso di: 1) Gruppo sanguigno madre A e figlio B o madre B e figlio A, o 2) Gruppo sanguigno madre A o B e figlio 0, oppure 3) Gruppo sanguigno madre AB e figlio A o B. A mio avviso, il vero problema dei vaccini, in questo caso, è la possibile riattivazione di una risposta immunitaria già iperattivata nei soggetti, 1), 2) e 3). In casi di diverso gruppo sanguigno madre/bambino, le vaccinazioni – le quali costituiscono un’attivazione immunitaria – dovrebbero essere fatte solo se necessario per il paziente, non per l’immunità di gregge, e ritardate il più possibile per consentire al sistema nervoso del bambino di raggiungere una maggiore maturità.

Un ulteriore problema si verifica con i vaccini contro i patogeni virali, come ad esempio il morbillo. Non è facile conoscere i dettagli della coltura cellulare utilizzata per replicare i virus dai quali si ottengono gli antigeni di ogni vaccino, essendo la procedura una di quelle pratiche ampiamente coperte dal segreto industriale. Dalle poche informazioni che ho potuto ottenere si tratta di cellule umane, provenienti da un feto (dopo un aborto causato), che si replicano da decenni. La mia domanda è: quando sono state raccolte quelle cellule, è stato preso in considerazione il gruppo sanguigno fetale e materno?

Le cellule fetali umane, debitamente lavate, non contengono antigeni del gruppo sanguigno, penso che di questo si possa essere sicuri. Ma il virus per replicarsi entra nel genoma cellulare e questo porta in sé anche le informazioni sul gruppo sanguigno del corpo umano da cui questa cellula ha origine. Nella replicazione cellulare, per ogni linea cellulare nel lignaggio delle sottoculture, è possibile che queste informazioni vengano mantenute ed ereditate. Questo fenomeno va oltre la reale presenza dell’antigene A o B del gruppo sanguigno e nella fisica quantistica un processo analogo viene descritto come “entanglement”. L’entanglement quantistico è un fenomeno fisico che si verifica quando coppie o gruppi di particelle vengono generati, interagiti o condivisi nello spazio in modo che lo stato quantico di ciascuna particella non possa essere descritto indipendentemente dallo stato dell’altra, anche quando le particelle sono separate da un grande distanza.

Se il gruppo sanguigno del feto e della madre, da cui vennero prelevate le cellule per la coltivazione di agenti patogeni virali per i vaccini, fosse stato A o B o AB, ci sarebbe un rischio. Questo rischio aumenta con l’aumentare della polivalenza del vaccino perché ogni agente virale è stato coltivato nel proprio terreno di coltura che potrebbe provenire da feto e da madre con gruppo sanguigno (nessuno lo sa) A o B o AB.

Penso che per vaccini più sicuri, un’analisi del gruppo sanguigno del feto e della madre da cui provengono le cellule umane sia necessario. Stabilisco, come “conditio sine qua non”, che la madre e il feto da cui derivano queste cellule devono assolutamente appartenere al gruppo sanguigno 0, Rh-.

Credo che questa scelta da fare a monte di ogni raccolta e successiva coltivazione di cellule, porterebbe un decisivo miglioramento nella produzione di vaccini contro i virus.

La mia teoria, che ipotizza che diverso gruppo sanguigno della madre e del figlio sia la condizione biologica per sindrome di Asperger e autismo, non solo consente una spiegazione esaustiva dell’autismo, ma consente anche di produrre vaccini più sicuri per l’uomo.

Brevetto USA:

US Patent & Trademark Office:

Culture medium of viruses for human vaccines have to consist of human cells from placenta and/or from umbilical cord of a fetus of the blood type 0 Rh- and of the mother of the blood type 0 Rh- (both, fetus and mother, must be of the blood type 0 Rh-) 

Appl. No.: 15/87403o

Filed: January 18, 2018

 

Bibliografia

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